Palazzo Bettica
L'edificio che risale approssimativamente al XIV secolo, divenne proprietà della famiglia Bettica nel XVI secolo. Si presume che nel XII secolo detta famiglia si fosse trasferita in Italia dalla Spagna e precisamente dalla Boetica, regione dell'Andalusia, usando un nome falso che scelse ispirandosi probabilmente alla terra di provenienza. Diventata ricca e potente si potè fregiare di uno stemma con raffigurata la pianta di bettonica, anch’essa dal nome molto simile a quello familiare.
Nel XVI secolo Verona donò ai Bettica il titolo nobiliare di conti i quali ricevettero in proprietà molti possedimenti tra cui pure uno in Istria, nella zona ancor’oggi chiamata Bettica nei pressi di Barbariga, dove si stabilì un ramo della famiglia. La prima menzione scritta dei Bettica si legge nei libri parrocchiali di Dignano. Prima di stabilirsi definitivamente nel palazzo che porta il nome della famiglia, i suoi membri abitarono in varie case, alcune della quali mettono in bella mostra lo stemma familiare.
Tra la seconda metà del XIX e l'inizio del XX secolo l'edificio passò ad altri proprietari e subì varie ristrutturazioni e interventi architettonici, alcuni anche dubbi, che purtroppo non lo salvarono dal degrado. Un barlume di speranza per la sua salvaguardia si accese nell’anno 1931, con l’arrivo a Dignano di uno degli eredi della famiglia, Alberto Bettica da Torino. Venne a visitare la cittadina in ricorrenza dei festeggiamenti del seicentesimo anniversario dell’amministrazione Veneta in queste terre e riuscì a rilevare parte del Palazzo sottoscrivendo un contratto di compravendita che lo vincolava a trattare la costruzione come monumento culturale da tutelare.
Dopo lunghissimi anni di attesa, nel 2008 si sono finalmente conclusi i lavori di restauro e di recupero architettonico del palazzo, che il Comune di Dignano ha deciso di adibire a spazio museale, la cui inaugurazione ufficiale ha avuto luogo il 29 novembre 2008. Durante i lavori di restauro al secondo piano sono venuti alla luce degli affreschi rinascimentali che si è cercato di salvare, come pure parti di muratura e malte originali.
A pianterreno troviamo l'esposizione di reperti archeologici del primo Medioevo rinvenuti nella zona di Gurano e nelle basiliche preromaniche di S. Simone, S. Cecilia e S. Severino, il primo piano ospita una pinacoteca, lascito del pittore veneziano Gaetano Grezzler nel 1818, con 19 opere di carattere profano risalenti al XVII e XVIII secolo con nature morte, ritratti e scene di battaglie, mentre il secondo piano è adibito alla parte etnografica con oggetti donati dalla cittadinanza.