Dragonera
Grazie agli scavi archeologici che hanno interessato l’area, sono venuti alla luce due siti da tempo dimenticati, appartenenti alla serie di ville rustiche (marittime) lungo la costa di fronte alle Brioni, le quali osservare dal mare apparivano come una collana di perle tanto erano belle e curate: ce lo racconta Cassiodoro, senatore e prefetto nel 537-538 d.C.
Le due ville sono ora denominate Dragonera sud e Dragonera nord, dal nome dell’area in cui si trovano. Quella a nord, del primo secolo è in pessimo stato, perché con molta probabilità fu distrutta da un incendio nel VII secolo. Quella a sud invece è molto ben conservata e mette in bella mostra le strutture per la lavorazione delle olive: presse, macine, vasche di decantazione, cisterne per l’acqua calda e fredda. La sua parte occidentale arriva a lambire il mare, tanto che è stata parzialmente intaccata dalle onde. Si sa che ne fu proprietario un patrizio e duumviro romano di cui non si conosce il nome.
Si tratta di una tipica villa destinata alla lavorazione di prodotti agricoli, soprattutto delle olive e di cereali. Costruita tra gli anni 70 e 90 a.C. fu distrutta da un incendio nel IV secolo e subito ricostruita, ma un secondo incendio la rase al suolo definitivamente nel VII secolo. Il suo settore residenziale mette ancora in bella mostra ricchi mosaici di pregevole fattura a dimostrazione della posizione sociale della famiglia che la possedeva. La zona economica rivela tuttora le varie attività che vi si svolgevano: dalla già menzionata lavorazione delle olive, alle officine per la lavorazione del legno e del ferro, a magazzini vari, ecc.